Mi piace quel momento in cui, dopo lo studio, mi ritrovo il soggetto frammentato, pronto a essere ricostruito secondo parametri nuovi, che mi rivelino la vita intrinseca del soggetto stesso.

Con l’aggettivo “dinamica” abbinato al concetto di pittura, mi riferisco a una direzione che è frutto di vari tentativi e a cui sono arrivato nel corso degli anni. Più che uno stile, mi piacerebbe considerarlo un metodo, applicabile in maniera più o meno soggettiva a qualsivoglia composizione.

E’ un processo che parte da una sintesi diretta dell’immagine per poi proseguire con una ricostruzione libera in cui luci, forme e colori contribuiscono per creare differenti livelli, tesi a valorizzare o celare determinate impressioni.

Si può ricreare l’emozione attraverso un soggetto dipinto, per sua natura bidimensionale? Come renderlo vivo? E in che modo il contesto può partecipare a questa esperienza?

Queste curiosità hanno dato il via a quella che oggi posso definire la mia ricerca artistica sulla pittura dinamica. Attraverso il disegno mi sono interrogato, non solo per cercare di ottenere un risultato coerente con la mia intenzione, ma anche per tenere conto di me stesso in quanto essere umano, con le mie caratteristiche, i miei tempi e i miei interessi.

Perché Pittura Dinamica?

Per dare forma a questa “intenzione”, lavoro sull’immagine attraverso uno studio approfondito. Cerco una sintesi delle linee che la compongono e successivamente la ricreo attraverso sfasamenti, cambi di luce, creazione di nuovi volumi. Così riaccendo l’attenzione sul soggetto, favorendo una partecipazione attiva dell’osservatore, anche a costo di stravolgere le forme e i volumi. A interagire non è quindi solo l’idea ma tutto il contesto in cui essa è inserita.

Visualizzando il “riverbero” del soggetto cerco così di potenziare un certo tipo di narrazione. Ri-creo un soggetto per liberarlo dalla forma, il cui senso si ricompone nella mente di chi osserva. E’ questo, in sostanza, il senso della pittura dinamica.